Musei Capitolini, presentata la Sala degli Imperatori rinnovata dal restauro sostenuto da Enel Green Power

Si è tenuta oggi in Campidoglio, alla presenza della Sindaca di Roma, Virginia Raggi, dell’Amministratore Delegato di Enel Green Power, Francesco Venturini, dell’Assessore alla Crescita culturale, Luca Bergamo e del Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali, Claudio Parisi Presicce, la cerimonia di presentazione del restauro della Sala degli Imperatori dei Musei Capitolini, riaperta al pubblico dopo i lavori di recupero che hanno restituito alle pareti e alla ricca ornamentazione scultorea la sua antica regalità. L’intervento di ripristino, promosso dalla Sovrintendenza Capitolina, è stato reso possibile grazie  al sostegno di Enel Green Power,  un atto di mecenatismo culturale che prosegue e rinsalda il proficuo rapporto di collaborazione  pubblico-privato finalizzato alla valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale di Roma.

Proprio nell’ottica della promozione a livello internazionale dei tesori capitolini, la chiusura della Sala per i lavori di restyling ha offerto l’opportunità di portare, temporaneamente, 20 busti di imperatori romani presso il Fred Jones jr. Museum of Art della University of Oklahoma, nell’ambito della mostra “Immortales”, favorendo una importante opportunità di scambio culturale in una cornice collaborativa di ampio respiro che volge, ora, lo sguardo al futuro. Tra i possibili sviluppi, infatti, di questa importante sinergia pubblico-privato finalizzata al recupero e alla valorizzazione dei siti di preminente interesse archeologico e storico-artistico di Roma Capitale, particolare rilievo assume la disponibilità di Enel Green Power a prendere parte al progetto di recupero e valorizzazione dell’area denominata Villa Caffarelli, in particolare delle aree esterne (Giardino Caffarelli e Giardino De Vico) e del restauro e ripristino delle tre Fontane.

Il restauro della Sala degli Imperatori

Il restauro ha portato a risultati inaspettati, come la scoperta di alcune dorature settecentesche e altri particolari decorativi finora sconosciuti. La riscoperta dell’originaria doratura a foglia delle baccellature e delle fuseruole hanno donato nuova luce alle cornici in stucco dei bassorilievi.

Agli intonaci è stato restituito il loro colore originario, compromesso in modo significativo dall’azione del tempo. Sono state, in particolare, restituite le tonalità adottate nel XVIII secolo, recuperando i colori azzurro-cinerino (“color dell’aria”) delle pareti e il delicato bianco avorio adottato per il partito architettonico, le lesene a decorazione vegetale, le corone a foglia di quercia. Un accurato intervento di recupero ha riguardato i sei bassorilievi antichi incastonati nelle pareti, tra cui spiccano quello raffigurante il mito di Perseo che libera Andromeda, quello con Endimione addormentato su una roccia e quello dedicato alle Ninfe. Liberati infatti dallo spesso strato di polvere e dalle incrostazioni, alleggeriti dalle pesanti  e invadenti stuccature, sono oggi apprezzabili in tutta la loro qualità formale ed estetica, confermando appieno l’ammirazione suscitata nei secoli passati  presso gli artisti e gli studiosi. Di particolare interesse la scoperta dell’integrazione settecentesca in terracotta presente nel sarcofago con combattimento dionisiaco, realizzata per completare mimeticamente la lacuna dell’originale. Di sicuro effetto anche il restauro degli otto busti sulle mensole e l’ottimale ripristino dei banconi sostenenti i ritratti imperiali, realizzati magistralmente in stucco e decorati a finto marmo.